venerdì 25 luglio 2008

Come sono nati i......


I BICCHIERI
Nonostante conoscessero il vetro, gli egizi non pensarono mai di utilizzare questo materiale per fabbricare recipienti piuttosto grandi. Per ciotole, coppe, piatti e bicchieri destinati alla gente comune utilizzarono sempre la creta, mentre sulla tavola del faraone c'erano recipienti d'oro e d'argento. A Roma, invece, il vetro era apprezzato, i patrizi bevevano in coppe di vetro opalino. Il vetro, però é un materiale fragile e a quel tempo il prezzo di una coppa era molto elevato; perciò il bicchiere fu spesso sostituito dalla coppa o dal calice di metallo, dalla ciotola di legno o dalla valva di una grossa conchiglia, alla quale era stato aggiunto uno stelo. Solamente dopo l'anno 1000 si diffuse in tutta Europa l'abitudine di bere in bicchieri di vetro, che la fantasia e l'abilità di esperti vetrai sapeva trasformare in piccoli capolavori.

LE CALZE
Fin dall'antichità i cinesi, ritenendo molto sconveniente mostrare i piedi nudi in pubblico, fasciavano accuratamente le proprie estremità. Nel Medioevo, in Europa si diffuse il costume di coprire non solo i piedi, ma anche le gambe con le calcia, lunghe calze di sottile pelle o di tessuto, molto aderenti, che sostituivano i calzoni finché, nel Settecento, nella moda maschile questa specie di calze vennero nuovamente soppiantate dai pantaloni. Dopo il 1300 le donne incominciarono a indossare, sotto la veste, calze di panno e di seta, lunghe fino al ginocchio e quasi sempre di colore rosso. Solo intorno al 1400 le dame veneziane diffusero la moda delle calze lunghe, antenate della moderna calzamaglia, ricamate a mano e impreziosite da trine e merletti. Fu l'inglese William Lee a ideare nel 1589 il primo telaio per produrre le calze in serie.

LA MATITA
La grafite, cioè il minerale grigio che viene avvolto in un bastoncino di legno, fu scoperta solo nel 1664. Qualcuno si accorse che la grafite lasciava su un foglio di carta una traccia ben visibile, ma facilmente cancellabile con un po' di mollica di pane, e pensò di utilizzare questa proprietà del minerale. Il 10 settembre ricorre il compleanno delle matite, perchè proprio quel giorno dell'anno 1665 furono messi in vendita i primi bastoncini di grafite, protetti da un involucro di stoffa o da sottili canne di bambù.

LE BAMBOLE
Le bambole sono giocattoli antichissimi. Nelle tombe degli egizi e degli etruschi gli archeologi hanno ritrovato bambole bellissime, fatte di legno o terracotta, dipinte a colori vivaci e spesso ornate di gioielli preziosi. Le bambole con cui giocavano le bambine greche, erano fatte di argilla cotta, osso o cera e raffiguravano donne adulte. Le bambine romane potevano disporre di bambole fatte di legno, di cera, d'avorio e persino d'alabastro, le quali avevano espressioni differenti; alcune sorridevano, altre piagnucolavano, proprio come le bambole moderne. Le bambole hanno sempre indossato abiti che riflettevano la moda del secolo; dal 1600 i costruttori di giocattoli iniziarono a creare le case di bambola, fornite di arredamento in miniatura ed accessori. Nel 1700 si cominciarono a costruire giocattoli semoventi e le bambole, costruite con legno, cera e cartapesta, divennero oggetti preziosi che si muovevano delicatamente, seguendo il motivetto di un carillon.

LA PALLA
Nell'antichità i bambini greci e romani giocavano con biglie di terracotta e palle di cuoio, imbottite con lana o piccoli semi. In alcuni episodi dell'Odissea si narrano storie di fanciulle, che vengono sorprese da stranieri o sconosciuti mentre giocano in riva al mare con la palla; il più famoso è quello di Ulisse, naufrago nell'isola dei Feaci che sorprende la principessa Nausica mentre gioca con le sue ancelle. Nella Grecia antica, quando il tempo destinato allo studio era terminato, bambini e ragazzi organizzavano appassionanti partite di un gioco simile all' hockey e al calcio.A Roma le palle avevano diversi nomi, in rapporto alla loro dimensione; orpesta, ad esempio, era il giocattolo preferito dai bambini più piccoli, mentre ragazzi e adulti, giocavano con palle di dimensioni maggiori.

LA CANDELA
Prima che si scoprisse il modo di utilizzare l'energia elettrica nel secolo scorso le case venivano illuminate con lampade ad olio e a gas o con le candele. Gli antichi romani utilizzavano candele che venivano fabbricate seguendo questo procedimento. Si immergeva una corda di canapa in un contenitore pieno di pece calda e liquida; estraendo lo spago, la pece che vi rimaneva appiccicata a poco a poco si solidificava. Successivamente la candela veniva immersa nella cera calda e allo stato liquido. Una volta estratta, anche la cera, a contatto con l'aria, diventava solida e la candela poteva essere utilizzata. Queste candele, le stesse che venivano accese dai primi cristiani quando di notte si recavano di nascosto nelle catacombe per pregare, emanavano odore di sego, una sostanza con cui era composta a quel tempo la cera. Occorrerà giungere al 1820 per ottenere candele inodori, quando due francesi fabbricarono le prime candele di stearina, una cera priva di grassi. Qualche anno più tardi, nel 1834, un altro francese inventò uno stoppino ritorto, che rese le candele più luminose. Si chiamava Newton, invece, l'inventore inglese che nel 1846 ideò la macchina capace di produrre candele.

LO SPECCHIO
Con molta probabilità i primi uomini si specchiavano nell'acqua, rimanendo sorpresi e stupiti di vedervi riflessa la propria immagine. Più tardi gli antichi utilizzarono come specchi i piatti di terracotta nei quali versavano acqua. L'immagine riflessa dall'acqua, però era vaga, per questo egizi, greci, ebrei e romani finirono col preferire le superfici ben lucidate di alcuni metalli e, soprattutto il vetro. Nelle tombe egizie sono stati ritrovati specchi fenici ottenuti con sottili lastre di vetro; una delle facce della lastra era ricoperta da piombo che, annerendo il fondo, trasformava il vetro in uno specchio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sempre interessante leggere queste curiosità.
Un bacio Vale:-)))
Daniele

Tintus ha detto...

Io sono curiosa e quello che non conosco mi piace saperne di più...!